(prov. RG) conta 8100 abitanti ed è ubicata
nella parte sud orientale della Sicilia.
CHIARAMONTE GULFI - Veduta aerea |
Resti del castello, Arco dell'Annunziata |
La
vita della rinata città e comunità fu dapprima grama e difficile: chiusa nella
cinta muraria attorno alla torre presidiata da una guarnigione del conte,
con risorse dallo sfruttamento della pastorizia e di una
agricoltura primitiva. Dal secolo XVI la città uscita dalle mura medievali si
adorna dei primi edifici signorili, di
conventi e monasteri, di eleganti chiese: lo sfruttamento agricolo del
territorio diviene fonte di agiatezza, specie quando le colture arboree
(oliveti e vigneti) acquisiscono preminenza.
Distrutta
dal terribile sisma del 1693, risorge nello steso sito con un connotato
architettonico ed urbanistico tardobarocco: notevole la chiesa Madre, col
monumentale prospetto e l’interno della chiesa di S. Giovanni Battista, gli
edifici borghesi e patrizi del Corso,
i palazzi Cultrera Montesano.
Dopo
l’unità d’Italia si incentivò ancor più la coltura dell’ulivo (nel territorio
chiaramontano nell’ultimo scorcio del secolo XIX erano presenti ben 80 frantoi
per l’estrazione dell’olio) ed i vigneti ricoprirono la fertile vallata (nel
feudo del Fegotto si produceva ed
esportava ottimo vino). Era famosa la posizione panoramica della città, tanto
che il belvedere a nord ovest nel Piano dei Cappuccini era noto come «balcone
di Sicilia».
CHIARAMONTE GULFI - Panorama |
Oggi
alle bellezze artistiche e paesaggistiche del passato si è aggiunto il folto
bosco che circonda la corona di monti soprastanti e sottostanti alla città:
polmone verde e cesura tra vallata e zona montana.
Chiesa Madre |
Nella
parte medievale, accanto a dove sorgeva la torre comitale, troviamo la chiesa
di S. Giovanni Battista, edificata a partire dal XV secolo ma ristrutturata
nella forma attuale nel secolo XVIII (interno) e XIX (prospetto).
Di
interesse la statua lignea del titolare e la dorata arca, a forma di tempietto
rinascimen-tale, opera di Rosario e Mariano Distefano (1869), alcuni dipinti di
Lorenzo Cutello (secolo XVIII), una statua lignea del Cristo alla colonna di Carmelo Distefano (secolo XIX), il dipinto
della Madonna della Misericordia (sec.
XVII).
Nelle
vicinanze, verso est al limitare della città, sorge chiesa e convento di S.
Maria di Gesù (secolo XVII). La chiesa che trae nome da un simulacro marmoreo
di tarda bottega gaginiana, custodisce alcune interessanti opere: un crocifisso
ligneo opera di fra Umile da Petralia, una Pietà
di scuola del Preti, il dipinto S.
Francesco d’Assisi di Simone Ventura, resti degli eleganti stucchi
attribuiti ai Gianforma.
Resti
rinascimentali si trovano nella chiesa del Salvatore (la statua del titolare è
opera gaginiana del XVI secolo) e in quella di S. Filippo (arco di cappella opera di Nicolò Mineo).
Al limitare dell'antico abitato sud, sorge la chiesa di S. Vito, patrono della città: prospetto di Rosario e Mariano Distefano (sec. XIX).
Prospetto Chiesa S. Vito (part.). |
Un
elegante complesso architettonico è l’ex convento francescano, oggi Palazzo di
città, e la ex chiesa annessa, trasformata in sala poliuso intitolata a Leonardo Sciascia. Ad esso si possono
accostare gli adiacenti palazzi sette-ottocenteschi del Corso Umberto. In fondo
al Corso, verso ponente, è da visitare la Villa
Comunale realizzata sul finire dell’ottocento
riutilizzando parte della silva del
convento attiguo e parte di un polmone verde preesistente.
Nella
vallata sottostante, nel sito dell’antica Gulfi, sorge il Santuario di S. Maria
la Vetere , che
ingloba una struttura paleocristiana, l’ampliamento medievale e la
ristrutturazione settecentesca.
Santuario di Gulfi. Cupola della tribuna |
In
alto sulla montagna sovrastante l’abitato, accanto ad una sorgente, troviamo la
chiesetta della Madonna delle Grazie, la cui statua in marmo è opera di Cola
Maldotto (sec. XVII). Tutto attorno, il
nucleo più antico della pineta, impiantata a partire del 1936, ed oggi
rigogliosamente esuberante.
I dintorni – L’economia di
Chiaramonte nel passato era essenzialmente agricola; tuttora l’agricoltura
rappresenta una fonte cospicua di guadagno. Notevole è la produzione di uve
pregiate da tavola e per la
vinificazione di qualità; altrettanto importante è la produzione olivicola che
a seguito dell’attribuzione della DOP Monti Iblei – sottozona Gulfi – ha ottenuto il giusto riconoscimento di un
processo finalizzato alla produzione di olio extravergine d’oliva di alta
qualità. Ne sono prova tangibile i numerosi riconoscimenti ottenuti nelle fiere
e in concorsi nazionali.
Nella
vallata chiaramontana sono visibili i folti uliveti e i vigneti inseriti in un
paesaggio fortemente antropizzato e punteggiato di antiche ville e dimore
rurali, molte delle quali ristrutturate armonicamente.
[Giuseppe Cultrera]
Breve guida alla città: per gi amici di Misterbianco
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