da un dipinto di Giorgio Distefano |
Appunti per una storia della
Chiesa di S.Vito – Chiaramonte Gulfi (rg)
Nell'antico abitato di Gulfi
– distrutto nel 1299 durante la guerra del Vespro da Ruggiero
Lauria al comando di un drappello filo
angioino – era esistente una chiesa dedicata
al protomartire San Lorenzo (ubicata nella omonima contrada - ritrovata e indagata di recente, 2009 )
Nella rinata città che prese
nome dal fondatore e signore Manfredi Chiaramonte, una delle prime chiese fu
dedicata al martire S. Lorenzo: sorse fuori dalla cinta muraria nel quartiere
popolare di sud ovest, al limite estremo del borgo.
Nel XVI secolo, infuriando la
peste, i cittadini chiaramontani si votarono a S. Vito, eleggendolo protettore
della città ed in seguito patrono, dedicandogli la chiesetta di S. Lorenzo cui
fu riservato solo un altare.
Le fasi di ampliamento,
restauro, ristrutturazione o ricostruzione dell’edificio sacro, sono
ipotizzabili solo attraverso vaghi e frammentari riferimenti storici,
documentali, di memoria e tradizione popolare.
Alcuni punti fermi potrebbero
essere:
- metà del secolo XVI (tra
1530 e 1550): elezione di S. Vito a patrono e dedicazione dell’edificio sacro
preesistente (intitolato come detto a S. Lorenzo protomartire) con ovvie
modifiche o ristrutturazioni per adattarlo al nuovo titolare;
- 1530 una confraternita
laicale “sotto titolo di S. Vito” si riunisce
in questa chiesa (1)
- 1572 fiera di S. Vito: in
un documento conservato all’archivio di stato di Ragusa, già citato nel secolo
scorso dal Melfi (2) e riproposto integralmente dal Prof. Giuseppe Raniolo (3), si statuisce la gestione e realizzazione
della solenne fiera in occasione dei festeggiamenti patronali;
- 1591 la chiesa è gestita
dai carmelitani, chiamati dalla “Università” a curare culto e chiesa;
- 1616 Precetto
per la celebrazione di S. Vito il 15 giugno di ogni anno: privilegio
concesso dal vescovo di Siracusa mons. Giovanni Torres nel 1616; attestato dall’editto del 1 giugno del
parroco di S Maria La Nova Mariano Cutraro. Documenti in P. Samulele Nicosia, Notizie storiche su Chiaramonte (4).
- 1650 la chiesa ha 10
altari: citata nella relazione sullo Stato dei regolari, redatta dagli ordini
religiosi su richiesta di papa Innocenzo X (oggi nel fondo dell’Archivio Segreto Vaticano) (5).
- 1662 la chiesa
ampliata dalla parte di Levante: il
Melfi trascrive un documento rinvenuto
nella biblioteca di Palermo (6) testo di una epigrafe; molto simile a quella
esistente nella chiesa, con stessa data 1662.
-1693 colpita dal sisma, la
chiesa però non crolla del tutto: lo si può dedurre e rilevare dall’utilizzo,
attestato nel registro dei morti della chiesa madre, per la sepoltura di alcuni
deceduti nel sisma (7).
- Primi anni del secolo
XVIII: un intervento di restauro e
ristrutturazione a seguito dei danni del terremoto, non attestato
esplicitamente da alcun documento, ma ovvio anche perché tramandato dagli
storici locali e dalla memoria popolare.
- 1719 Benedetto Cultraro,
scultore chiaramontano, realizza il ferculo processionale per la statua di S.
Vito; legno intagliato scolpito e indorato (8)
- 1733 ulteriore intervento
di restauro e abbellimento: decoro con stucchi e sette altari in marmo; (9)
- tra fine settecento ed
inizio ottocento: altro intervento. Testimoniato dalla presenza dello scultore
catanese Carmelo Bonaventura, autore
dell’altare maggiore (notevoli le virtù teologali in marmo di Carrara) e di
alcuni altari minori. Nei registri di esito
1798/1803 c. (10)
- 1870 c. Rosario e Mariano
Distefano lavorano agli ornati e sculture del nuovo prospetto
- 1893 Gaetano Distefano
consegna il quadro dell’altare maggiore raffigurante S. Vito
che compie un miracolo alla presenza dell’imperatore Diocleziano (11)
- 1900-1910 Nicolò Distefano
dipinge i quadroni della volta (12); contemporaneo un intervento all’interno
della chiesa;
- 1910 altri restauri (voluti
dal sac. Mariano Ferrante, rettore della chiesa) documentati nei registri di Introito ed Esito della
chiesa
(sopra) Antica foto con il vecchio campanile - (sotto) Costruzione del nuovo campanile (1930) con accanto il vecchio in avanzata fase di demolizione |
- 1926 nuovo campanile
edificato dai mastri Calabrese su progetto dell’ing. Giuseppe Gafà (1897 - 1973).
Una delle prime opere. Ultimato nel 1930 c.
In una foto antica, si notano
i due campanili, il vecchio in demolizione e il nuovo in costruzione; un’altra
foto, di proprietà della figlia, mostra la stessa fase e la presenza dell’ing. Gafà e del rettore
Mariano Ferrante.
[Archivio Pino Riggio - Chiaramonte Gulfi] |
NOTE:
(1) Notizia in Melfi (La
Sicilia sacra, Palermo 1900, pagina 108).
(2) C. Melfi, Chiaramonte
divota, Ragusa, Tip. Ed. Destefano, 1909; Id, Cenni
storici sulla città di Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Tipografia Destefano,
1912.
(3) G. Raniolo, Introduzione
alle consuetudini ed agli istituti della Contea di Modica. Vol. II°,
Modica, Ed. Associazione culturale “Dialogo”, 1987; pag.
(4) S. Nicosia, Notizie storiche su Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Tipografia Piccitto & Antoci,
1882; pp. 169-170.
(5) Carmelitani
(Provincia di S. Alberto) - Le date di fondazione del convento oscillano tra il
1591 ed il 1596.; la Chiesa di S. Vito fu
concessa dalla confraternita; nel 1650 aveva 10 altari e quello maggiore
patronato a D. Filippo Ventura, UJD, barone del Lago. I frati, 4 sacerdoti e 2
novizi, dimorano in case private.
L’Ordine della B. Vergine del Monte Carmelo o
Carmelitani era diviso in Sicilia in due province religiose: S. Alberto e S.
Angelo. I dati relativi al convento e chiesa di quest’ordine religioso si
trovano pure presso l’Archivio generale
Carmelitani.
6) Francisci patris divo Ventura sacellum
sumptibus erectum, hoc dasque benigno Vito, iuris doctoris nati carique
Philippi. Hinc terrae et coeli premia digna ferent 1662 (Melfi, Chiaramonte divota, cit, pag.72).
(7)
Documentazione in G. Cultrera, L.
Lombardo, 1693 Lo spazio di un
miserere. Cronache del terremoto nel Val di Noto, Chiaramonte G., Utopia edizioni, 1995; pagg. 56 e segg.
(8) Melfi, Cenni etc., pagina 176; Id. La Sicilia sacra, pag.109; Ragusa, Il simulacro e il Santuario, pag.15
11) P. Samulele Nicosia, Vita del martire S. Vito, Ragusa, Tip. Picciotto & Antoci, 1875
12) In Registri di Introito ed Esito della chiesa
di S. Vito, 1909: foglio 52 pagati £ 250 per i 5 quadri della volta, e £
120 per i 4 delle finestre laterali.
Bibliografia
P. Samulele Nicosia, Vita del martire S. Vito, Ragusa, Tip.
Picciotto & Antoci, 1875
P. Samuele Cultrera, S.
Vito Martire, Catania, 1936.
Campanile della chiesa di S. Vito |
Edizione
in italiano: Dizionario topografico della Sicilia, tradotto dal latino ed
annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo, 1855-56.
S. Cucinotta, Popolo e clero in Sicilia nella dialettica
socio-religiosa fra cinque-seicento. Messina 1986.
G. Cultrera, Chiaramonte Gulfi, breve guida alla città, Ragusa, 1993
G. Cultrera, Itinerario ibleo, Chiaramonte G., Utopia edizioni, 1993
G. Cultrera, L. Lombardo, 1693 Lo spazio di un miserere. Cronache
del terremoto nel Val di Noto, Chiaramonte G., Utopia edizioni, 1995
G.
Iacono, Guida alla provincia di Ragusa, Palermo, 1985,
C.
Melfi, Chiaramonte
divota, ossia, Raccolta di esercizi sacri e resoconto storico artistico,
religioso delle varie chiese del Comune, per Corrado Melfi e Melfi Barone
di S. Giovanni e Santa Maria cameriere segreto di Spada e Cappa di S. S: Leone
XIII. Ragusa, Tip. Ed. Destefano, 1909
C.
Melfi, Cenni
storici sulla città di Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Tipografia Destefano,
1912
C.
Melfi, Le
opere del Mancino e del Berrettaro in Chiaramonte, Noto, Tip. Zammit, 1929.
S.
Nicosia, Notizie storiche su Chiaramonte Gulfi, pel P. Samuele Nicosia
Cappuccino. Ragusa, Tipografia Piccitto & Antoci, 1882; (ripubblicato,
Ragusa Rotary club, 1995)
R.
Pirro, Sicilia
sacra, Panormi 1694
G.
Puccio, Cenni corografici sulla città di Chiaramonte Gulfi nel 1908,
Ragusa,1910
G.
Ragusa, Il simulacro e il santuario, Chiaramonte Tip. Fornaio, 1962
G.
Ragusa, Chiaramonte nella storia di Sicilia, Modica, F. Ruta, 1986
G.
Raniolo, Introduzione alle consuetudini ed agli istituti della Contea di Modica.
Modica, Ed. Associazione culturale “Dialogo”, Vol I° 1982, vol. II° 1987.
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