martedì 19 marzo 2013

Chiaramonte: un viaggio nel passato

L'industria della neve  - le ultime neviere - un itinerario nel bosco dell'Arcibessi



Le neviere furono una presenza viva ed attiva dal XVII al XIX  secolo: sul crinale del monte Arcibessi ne furono cavate oltre venti.
Una struttura, per quattro quinti ipogeica, scavata nella roccia e sormontata da una copertura in muratura, che serviva a contenere la neve raccolta sul finire dell’autunno e durante l’inverno, dalla quale veniva estratta in blocchi ghiacciati in l’estate per essere venduta nelle città limitrofe, specialmente costiere.
Serviva a raffreddare la calura estiva, a conservare carne, pesce e cibi deteriorabili, a confezionare dolci - rinomati i sorbetti  le granite –  bevande fresche. Era indispensabile nella medicina  e chirurgia: per tali finalità, specialmente, in ogni città era aperta (e spesso garantita e statuita da delibera del decurionato) una bottega del ghiaccio.

Oggi tutto ciò appare surreale, folklorico, lontano. Eppure l’industria della neve – così si indicava, con accezione ottocentesca, la raccolta lavorazione e distribuzione della neve solidificata – fu una fiorente attività commerciale, con struttura organizzata (la società della neve ed i consoli, erano sue emanazioni) e presenza costante in alcuni centri montani degli Iblei, Chiaramonte innanzitutto. Evocano quell’epoca e quel duro lavoro, le strutture delle neviere ancora presenti sull’altopiano dell’Arcibessi: testimonianze di storia, economia di sostentamento, archeologia industriale.
Per tutto ciò – per quello che evocano, testimoniano, stimolano – vanno tutelate.

Il Sentiero per le neviere, indicato da apposita segnaletica, accompagna il curioso o il turista in una porzione di quel mondo e storia del nostro passato.
Partendo dalla chiesette delle Grazie si percorre l’antico sentiero utilizzato in estate dai  cavaddari per trasportare a valle e alle città marine il ghiaccio estratto dalle neviere poste più in alto, specie delle due comprese nell’itinerario quella dei Macellai e quella dell’Arcibessi, due tra le più grandi ed ancora ben conservate. Anzi una, quella dei Macellai che porta incisa sull’architrave del portello dal quale si estraevano i blocchi ghiacciati la data 1768, è stata a cura della Forestale restaurata e ristrutturata come recipiente. L’altra, gli alunni della scuola elementare di Roccazzo, facente parte dell’Istituto comprensivo S. A. Guastella di Chiaramonte, l’hanno adottata: potrete leggerlo sulla tabella posta accanto, assieme a brevi note informative sull'antica struttura, che nei secoli andati fu il sostituto dei moderni frigo.


       ^ Un particolare del sentiero
                 Neviera dei Macellai >

< Foto sotto il titolo: 
Neviera dell'Arcibessi (La lupa)


Testo: Giuseppe Cultrera 
Bibliografia:
Giuseppe Cultrera, L'Industria della neve. Neviere degli Iblei
Chiaramonte G. Utopia Edizioni, 2001

1 commento:

  1. dDvvero una bella pagina per aiutare a conoscere meglio il nostro patrimonio...
    Saluti da
    Rosemary3

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