L'industria della neve - le ultime neviere - un itinerario nel bosco dell'Arcibessi
Le neviere furono una
presenza viva ed attiva dal XVII al XIX
secolo: sul crinale del monte Arcibessi ne furono cavate oltre venti.
Una struttura, per quattro quinti ipogeica, scavata nella roccia e sormontata da una copertura in muratura, che serviva a contenere la neve raccolta sul finire dell’autunno e durante l’inverno, dalla quale veniva estratta in blocchi ghiacciati in l’estate per essere venduta nelle città limitrofe, specialmente costiere.
Serviva a raffreddare la calura estiva, a conservare carne, pesce e cibi deteriorabili, a confezionare dolci - rinomati i sorbetti le granite – bevande fresche. Era indispensabile nella medicina e chirurgia: per tali finalità, specialmente, in ogni città era aperta (e spesso garantita e statuita da delibera del decurionato) una bottega del ghiaccio.
Oggi tutto ciò appare surreale, folklorico, lontano. Eppure l’industria della neve – così si indicava, con accezione ottocentesca, la raccolta lavorazione e distribuzione della neve solidificata – fu una fiorente attività commerciale, con struttura organizzata (la società della neve ed i consoli, erano sue emanazioni) e presenza costante in alcuni centri montani degli Iblei, Chiaramonte innanzitutto. Evocano quell’epoca e quel duro lavoro, le strutture delle neviere ancora presenti sull’altopiano dell’Arcibessi: testimonianze di storia, economia di sostentamento, archeologia industriale.
Una struttura, per quattro quinti ipogeica, scavata nella roccia e sormontata da una copertura in muratura, che serviva a contenere la neve raccolta sul finire dell’autunno e durante l’inverno, dalla quale veniva estratta in blocchi ghiacciati in l’estate per essere venduta nelle città limitrofe, specialmente costiere.
Serviva a raffreddare la calura estiva, a conservare carne, pesce e cibi deteriorabili, a confezionare dolci - rinomati i sorbetti le granite – bevande fresche. Era indispensabile nella medicina e chirurgia: per tali finalità, specialmente, in ogni città era aperta (e spesso garantita e statuita da delibera del decurionato) una bottega del ghiaccio.
Oggi tutto ciò appare surreale, folklorico, lontano. Eppure l’industria della neve – così si indicava, con accezione ottocentesca, la raccolta lavorazione e distribuzione della neve solidificata – fu una fiorente attività commerciale, con struttura organizzata (la società della neve ed i consoli, erano sue emanazioni) e presenza costante in alcuni centri montani degli Iblei, Chiaramonte innanzitutto. Evocano quell’epoca e quel duro lavoro, le strutture delle neviere ancora presenti sull’altopiano dell’Arcibessi: testimonianze di storia, economia di sostentamento, archeologia industriale.
Per tutto ciò – per quello che evocano, testimoniano, stimolano –
vanno tutelate.
Il Sentiero per le neviere, indicato da apposita segnaletica,
accompagna il curioso o il turista in una porzione di quel mondo e storia del
nostro passato.
Partendo dalla chiesette
delle Grazie si percorre l’antico sentiero utilizzato in estate dai cavaddari
per trasportare a valle e alle città marine il ghiaccio estratto dalle neviere
poste più in alto, specie delle due comprese nell’itinerario quella dei Macellai e quella dell’Arcibessi, due tra le più grandi ed
ancora ben conservate. Anzi una, quella dei
Macellai che porta incisa sull’architrave del portello dal quale si
estraevano i blocchi ghiacciati la data 1768, è stata a cura della Forestale
restaurata e ristrutturata come recipiente. L’altra, gli alunni della scuola
elementare di Roccazzo, facente parte dell’Istituto comprensivo S. A. Guastella
di Chiaramonte, l’hanno adottata: potrete leggerlo sulla tabella posta accanto,
assieme a brevi note informative sull'antica struttura, che nei secoli andati
fu il sostituto dei moderni frigo.
^ Un particolare del sentiero
Neviera dei Macellai >
< Foto sotto il titolo:
Neviera dell'Arcibessi (La lupa)
Testo: Giuseppe Cultrera
Bibliografia:
Giuseppe Cultrera, L'Industria della neve. Neviere degli Iblei,
Chiaramonte G. Utopia Edizioni, 2001
^ Un particolare del sentiero
Neviera dei Macellai >
< Foto sotto il titolo:
Neviera dell'Arcibessi (La lupa)
Testo: Giuseppe Cultrera
Bibliografia:
Giuseppe Cultrera, L'Industria della neve. Neviere degli Iblei,
Chiaramonte G. Utopia Edizioni, 2001
dDvvero una bella pagina per aiutare a conoscere meglio il nostro patrimonio...
RispondiEliminaSaluti da
Rosemary3