Benedetto Cultraro (sec. XVII), scultore in Chiaramonte
Seguito dei post (20 marzo 2013, Nicolò Mineo) e (1 aprile 2013, Simone Mellini)
Imitatore
di entrambi, ma non discepolo essendo di due generazioni più giovane, fu
Benedetto Cultraro (1670 – 1750 c.). Di lui ci è giunta un’opera firmata e
datata: «io benedetto cultraro di chia/te
(Chiaramonte) l’ho scolpito 1711». Il Cultraro dà saggio di perizia
tecnica e capacità di sintesi stilistica, nel ristretto spazio (mt. 2 x 1) del
bassorilievo su pietra dura, destinato all’altare della cappella del Crocifisso
all’interno della chiesa di Santa Maria di Gesù.
Alla
sua abilità tecnica si deve anche il baldacchino, in pietra e legno, che
accoglie la statua della Madonna di Gulfi: dove sono evidenti le ascendenze
berniniane ed il fascino manieristico. Che ritroviamo, sempre stemperato nel
classicismo mutuato dai maestri locali, nella decorazione della chiesa di
S.Maria la Vetere
(più nota come Santuario di Gulfi) specie nelle due porte esterne. Replica
stile e soggetti antropomorfi nelle tre porte del prospetto della chiesa di S.
Giovanni Battista a Vittoria,
attribuitegli, per certa documentazione.
Della sua valentia di
scultore ed intagliatore del legno sono testimonianza alcune cornici (quella
del quadro di S. Teresa, nella chiesa omonima e quello dell’Immacolata, nella
chiesa di S. Maria di Gesù) e il «fercolo» di S. Vito (datato 1719).
Benedetto Cultraro,
Angelo reggicartella, 1746.
Chiaramonte Gulfi,
Santuario di Gulfi
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