(sec. XVI/XVII)
Continuatore di Nicolò Mineo (1542-1625) e
probabilmente discepolo ed aiuto fu Simone Mellini, pure lui originario di
Caltagirone, operante dagli inizi del ‘600 e ritenuto dagli scrittori locali, a Chiaramonte Gulfi, l’artefice di gran parte
delle strutture architettoniche o plastiche, tardo rinascimentali, giunte sino
a noi.
Per citarne alcune, in ordine cronologico:
le statue di S. Vito e S. Francesco di Paola del prospetto della Chiesa Madre e quelle non più esistenti di S. Pietro e S. Paolo che ornavano il recinto antistante, scomparso col terremoto o con le riforme settecentesche della piazza, ed una cappella interna non più esistente;
la piccola chiesa di S. Giuseppe, della quale ci resta una porta laterale (a sud ovest) di sobria eleganza e il monumentale abside;
la cappella maggiore della chiesa delle Grazie (chiesa edificata a partire dal 1616)
e quella somigliante del Crocifisso nella chiesa di S. Maria di Gesù,
tutte opere realizzate a Chiaramonte.
le statue di S. Vito e S. Francesco di Paola del prospetto della Chiesa Madre e quelle non più esistenti di S. Pietro e S. Paolo che ornavano il recinto antistante, scomparso col terremoto o con le riforme settecentesche della piazza, ed una cappella interna non più esistente;
la piccola chiesa di S. Giuseppe, della quale ci resta una porta laterale (a sud ovest) di sobria eleganza e il monumentale abside;
la cappella maggiore della chiesa delle Grazie (chiesa edificata a partire dal 1616)
e quella somigliante del Crocifisso nella chiesa di S. Maria di Gesù,
tutte opere realizzate a Chiaramonte.
L’arco di tempo in cui fu attivo si può racchiudere tra il 1608 (data incisa sul primo ordine del prospetto della chiesa Madre) quando ragazzo scolpisce le statue di S. Vito e S. Francesco di Paola ed il 1750 circa quando lavora, secondo C. Melfi, alle cappelle del Crocifisso (chiesa di S. Maria di Gesù) e della Grazia nella chiesa omonima.
< segue dal post Artifex nobilis (20 marzo 2013)
continua con > Benedetto Cultraro ((2 aprile 2013)
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